Sperando vi interessi continuo in questa rubrica a parlare di UOMINI e PADRI “di nuova generazione” e/o ancora molto “spaesati” a fronte di organizzazione e ruoli familiari in forte ridefinizione.
Un'assenza
di modelli che può prefigurarne di nuovi, con famiglie dove onori ed
oneri dei compiti di cura siano finalmente più equamente
ripartiti.
Perchè
questo non sia solo un auspicio servono anche specifiche politiche
del lavoro, attenzioni per le risorse umane nelle
aziende, prese di posizione degli uomini quando il tema in agenda è
la qualità della vita delle persone e la conciliazione tra
famiglia ed esigenze lavorative, tanto delle donne quanto loro,
che talvolta tendono, anche in buona fede, ad farle valere come alibi
dello scarso impegno sul fronte domestico.
Tra
le novità introdotte dal recentissimo ddl Monti/Fornero in
materia di riforma del mercato del lavoro ed al centro del
dibattito pubblico per tanti controversi aspetti, c'è anche il
“congedo di paternità obbligatorio...per
favorire una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei
figli all’interno della coppia...in linea con quanto previsto in
altri Paesi e con la Direttiva 2010/18/EU...riconosciuto al padre
lavoratore entro 5 mesi dalla nascita del figlio
e per un periodo pari a tre giorni continuativi”.
Non
è molto (visto che le indicazioni europee cui si fa riferimento
propongono 14 giorni a stipendio pieno) e in tema di “Misure
volte a favorire la conciliazione vita lavoro” è accompagnato
nel ddl solo dall'ntroduzione di “voucher per la prestazione di
servizi di baby-sitting”, ma è
un segnale di cambiamento.
Interessanti
in materia due articoli usciti sul Corriere della Sera nei
giorni scorsi:
alla
Nestlè Italia (5900 dipendenti) i padri saranno sostenuti nel
prendersi un congedo di paternità di due settimane con
l'impegno aziendale ad integrare fino al 100% dello stipendio il
trattamento previsto dalla legge. «L' anno scorso avevamo già
esteso a 4 i giorni di permesso retribuito per i papà -
spiega Fausto Palumbo,
Direttore Risorse umane -
ora andiamo oltre: l'intento è quello di far vivere in
maniera viva la paternità, o la maternità, per
incrementare sempre di più la cultura della conciliazione tra vita
privata e lavoro. Se si vive meglio nel privato l' impatto
sulla sfera lavorativa è immediato»; analogamente
Annalisa Sala, Direttore Risorse Umane di Mattel Italia:
«In un periodo difficile come quello attuale abbiamo deciso di
ascoltare le persone e di puntare su di loro, il nostro capitale più
prezioso, restituendo tempo e benessere». Gli oltre cento
dipendenti di via Bracco, Milano, chiedevano più tempo libero. La
risposta? Nove ore di lavoro durante la settimana e il venerdì
pomeriggio tutti a casa.
Segni
d'interesse
anche
per il nostro progetto PAPALCENTRO!, il
19/3 “Festa
del Papà”
coinvolto in tre eventi: il convegno "La
responsabilità genitoriale: il ruolo paterno";
il divertente aperitivo
papà/bimbi del Nido Il Sicomoro; una puntata di MammaMia! su La7D
http://www.youtube.com/watch?v=VqvHazat7m8&feature=share;
il 20/4 presso il Pime di via Mosè Bianchi 94 interverremo nella
giornata "Padri
in divenire: lo sguardo degli operatori"
http://www.sabiwork.it/2012/02/14/padri-in-divenire-lo-sguardo-degli-operatori/
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